đ Pratiche dialogiche
In primo luogo occorre scegliere la mozione, ovvero una tesi controversa attorno alla quale costruire il confronto. La mozione deve essere formulata in modo chiaro e sintetico, deve suscitare un disaccordo plausibile e deve poter essere difesa o confutata con argomentazioni solide. Nella didattica della filosofia è possibile ispirarsi a dilemmi morali, tesi di autori classici o questioni concettuali. Ad esempio, si può proporre una mozione come âLa libertà è compatibile con il determinismoâ oppure âĂ giusto ribellarsi a una legge ingiustaâ. La mozione può essere scelta dal docente o concordata con la classe.
Dopo aver definito la mozione è necessario formare due squadre, una a favore (Pro) e una contraria (Contro), composte idealmente da tre o quattro studenti ciascuna. Ogni componente assume un ruolo ben preciso allâinterno del gruppo: il primo oratore introduce la tesi e definisce i termini del dibattito, il secondo sviluppa le argomentazioni e avvia la confutazione della tesi avversaria, mentre il terzo conclude con una sintesi e una replica. In una versione a quattro membri, un ulteriore studente può sostenere il gruppo con ricerche, suggerimenti e supporto strategico durante la preparazione. Le squadre possono essere formate per sorteggio, per scelta del docente oppure per autoselezione da parte degli studenti, a seconda della dinamica che si vuole favorire.
In linea generale, nella forma classica del Debate gli studenti non scelgono la posizione da difendere in base alle proprie opinioni personali: anzi, spesso sono chiamati a sostenere una tesi che non condividono. Questo aspetto non è un limite, ma una delle caratteristiche piĂš formative dellâattivitĂ . Difendere una posizione opposta a quella che si ritiene giusta consente infatti di esercitare una forma avanzata di pensiero critico e flessibilitĂ cognitiva: si imparano a comprendere le ragioni dellâaltro, ad articolare argomenti efficaci indipendentemente dalle proprie convinzioni, e si sviluppa una consapevolezza piĂš profonda della complessitĂ dei problemi. Questo allenamento a âmettersi nei panni dellâaltroâ è anche una scuola di tolleranza e apertura mentale. Tuttavia, nulla vieta â in contesti piĂš esplorativi, in fase iniziale o con classi particolarmente coinvolte â di permettere agli studenti di scegliere liberamente la posizione da difendere. In quel caso, il Debate può assumere una forma piĂš simile a una discussione pubblica strutturata, in cui ciascuno partecipa portando la propria visione del mondo. Anche questo ha un valore, specialmente per rafforzare la motivazione e il coinvolgimento.
La fase di preparazione, che può durare uno o piĂš giorni, è centrale: le squadre devono raccogliere informazioni, selezionare fonti affidabili, costruire le proprie argomentazioni e prevedere le obiezioni della parte avversa. Ă utile guidare gli studenti nella distinzione tra opinioni e argomenti, nel riconoscimento delle fallacie logiche e nella costruzione di ragionamenti coerenti. Durante questo tempo lâinsegnante svolge il ruolo di facilitatore, offrendo supporto metodologico, suggerendo fonti di qualitĂ e aiutando a rafforzare la struttura delle argomentazioni. Ă importante anche esercitarsi nella gestione del tempo e nella chiarezza espositiva.
Il dibattito vero e proprio può essere organizzato secondo un formato lineare, in cui si alternano gli interventi delle due squadre in un ordine prestabilito. Una possibile struttura prevede sei interventi complessivi: apertura da parte dei Pro, risposta iniziale dei Contro, argomentazione approfondita dei Pro, contro-argomentazione dei Contro, sintesi finale dei Pro e chiusura definitiva dei Contro. Ogni intervento può durare dai tre ai cinque minuti, con una gestione rigorosa dei tempi. Lo spazio fisico deve essere predisposto per favorire la comunicazione: le squadre si siedono una di fronte allâaltra, mentre il docente e la giuria si posizionano in modo da poter osservare entrambi i gruppi senza interferire.
Nel caso in cui la classe sia numerosa e solo otto studenti siano coinvolti direttamente nel ruolo di debater, è fondamentale valorizzare anche il ruolo del pubblico. Gli altri studenti possono essere organizzati come osservatori critici, giurati, cronisti o analisti del dibattito. Possono compilare schede di valutazione, annotare le strategie argomentative utilizzate, segnalare punti forti e deboli dei vari interventi, individuare le fallacie o discutere al termine sullâefficacia complessiva delle tesi difese. In questo mod lâintera classe partecipa attivamente al processo, sviluppando competenze analitiche, metacognitive e comunicative.
Al termine del confronto, è possibile aprire un breve spazio di dialogo in cui anche il pubblico può porre domande, chiedere chiarimenti o esprimere osservazioni critiche, contribuendo cosÏ a una riflessione collettiva.
La valutazione può essere affidata al docente, a una giuria composta da studenti non coinvolti direttamente o a una combinazione delle due modalitĂ . Ă importante che i criteri di valutazione siano chiari, condivisi e legati sia alla qualitĂ dellâargomentazione sia alla forma espositiva. Chiarezza, coerenza, efficacia persuasiva, uso pertinente delle fonti e capacitĂ di ascolto sono elementi fondamentali da considerare. Può essere utile fornire una griglia dettagliata, da compilare durante il dibattito o in un momento successivo.
Infine, è essenziale dedicare un tempo al debriefing. Dopo la conclusione del Debate, la classe può riflettere sullâesperienza, condividere impressioni, analizzare le dinamiche emerse e individuare gli apprendimenti acquisiti. Gli studenti possono essere invitati a scrivere un breve testo argomentativo, un diario di riflessione o una valutazione individuale. Questo momento conclusivo permette di consolidare non solo i contenuti, ma anche le abilitĂ sviluppate: dalla capacitĂ di sostenere una tesi alla disponibilitĂ ad ascoltare, dalla precisione terminologica alla gestione delle emozioni in un contesto di confronto.