Strumenti e pratiche per la didattica della filosofia

📁 Pratiche dialogiche

La Maieutica Reciproca

🔼 Indice

Come funziona un seminario di MR

La dinamica di un seminario di MR è apparentemente semplice. Bisogna, in primo luogo, disporsi circolarmente. Se l’aula lo consente - cosa non scontata nella scuola italiana - è possibile disporre le sedie in cerchio; se l’aula è piccola può essere più semplice sedersi sui banchi, mantenendo comunque una disposizione circolare. È possibile altrimenti ricorrere a uno spazio esterno all’aula, come l’aula magna. È anche possibile tenere seminari all’aperto, semplicemente sedendosi a terra.

Un seminario di MR può durare una o due ore.

Il docente propone alla classe la questione di cui discutere. Non può essere un semplice tema - cosa che renderebbe la discussione dispersiva - ma una domanda, formulata in modo chiaro e avendo cura di non influenzare la risposta da parte degli studenti. Si chiederà dunque, ad esempio: “È giusto torturare i detenuti condannati per reati gravi?”. È sbagliato invece porre la domanda come segue: “Ci sembra civile torturare i detenuti condannati per reati gravi?”. In questo secondo caso si sta già orientando la risposta da parte degli studenti.

Dopo aver formulato la domanda, il docente lascia qualche minuto per riflettere. Quindi si avvia la discussione. Gli studenti sono invitati ad esprimersi uno alla volta, a partire dalla sua destra o dalla sua sinistra. Se uno studente non ha nulla da dire, può passare il turno. Quando uno studente parla, gli altri sono tenuti ad ascoltare in silenzio; non possono intervenire per rispondere o fare obiezioni. Quando è finito il giro, il docente chiede a coloro che hanno passato il turno se vogliono intervenire ora. Quindi fa il punto di ciò che è emerso e propone un piano per lo sviluppo ulteriore della discussione. Può essere, ad esempio, che dalla discussione sulla tortura in carcere siano emersi tre distinti argomenti. La discussione può procere discutendo questi argomenti, valutando le ragioni e favore e quelle contrarie.

In questa seconda fare la discussione è più libera. Gli studenti possono intervenire in ordine sparso, alzando la mano. Vale però ancora la regola che quando uno di loro parla gli altri devono ascoltare in silenzio. Gli interventi sono consentiti solo per alzata di mano.

L’aspetto più delicato di un seminario a scuola riguarda il ruolo del docente. Che in questo contesto è un semplice facilitatore. Non deve imporre il suo punto di vista, nemmeno in maniera subdola; deve essere ugualmente rispettoso verso tutti i punti di vista, anche quelli che trova più ripugnanti. Può tuttavia chiedere agli studenti di formulare in modo più rigoroso il proprio pensiero ed evidenziare debolezza argomentative.

La partecipazione ai seminari è libera, nessuno studente è costretto a partecipare e, se partecipa, a intervenire. Gli interventi degli studenti non vengono valutati in alcun modo.

È auspicabile che del seminario si faccia un verbale, a cura di uno studente, che verrà condiviso, a stampa o in formato digitale, con la classe, per tenere memoria del percorso di ricerca della classe.