Strumenti e pratiche per la didattica della filosofia

📁 Pratiche dialogiche

La Maieutica Reciproca

🔼 Indice

Introduzione

La Maieutica Reciproca (MR) nasce negli anni Cinquanta grazie all’azione del sociologo e attivista nonviolento Danilo Dolci (1924-1997) nella Sicilia nord-occidentale. Provenendo dalla comunità di Nomadelfia, creata da don Zeno Saltini nell’ex campo di concentramento di Fossoli per accogliere i bambini resi orfani dalla guerra, Dolci intende mettere alla prova i suoi ideali etici e religiosi in una comunità reale. Per questo nel 1952 si trasferisce a Trappeto, un piccolo borgo di pescatori in provincia di Palermo. Qui si attivua subito per dare assistenza ai più poveri, ma anche per organizzarli e aiutarli a prendere consapevolezza della possibilità di trasformare la loro condizione. A questo scopo adopera anche una prima forma di ricerca sociologica, attraverso interviste raccolte nei bassi e pubblicate poi in Fare presto (e bene) perché si muore? (1954). Il libro documenta anche la prima azione nonviolenta di Dolci: in seguito alla morte per fame di un neonato, decide di digiunare fino a quando la Regione Sicilia non stanzierà le somme necessarie per lo sviluppo del borgo. Il digiuno, che si può considerare la prima applicazione efficace in Italia delle pratiche di lotta nonviolenta, ha esito positivo - le autoritrà si impegnano a effettuare gli interventi necessari - e consente di far giungere all’opinione pubblica nazionale le terribili condizioni di vita della zona.

Trasferitosi a Partinico, si impegna in favore dei disoccupati, organizzando nel 1956 uno sciopero alla rovescia per il quale verrà arrestato; il processo, nel quale testimoniano in suo favore alcuni dei maggiori intellettuali italiani (tra gli altri Carlo Levi e Elio Vittorini, mentre a difenderlo è Piero Calamandrei) lo rende noto a livello mondiale, consolidando intorno alla sua figura una rete di sostegno internazionale che sarà fondamentale per le attività successive.

Tra le sue attività vanno segnalate la costruzione, grazie a una pressione nonviolenta, della diga sul fiume Jato e la prima denuncia dei rapporti tra mafia e politica. A partire del ‘68 Dolci si è concentrato sulle questioni educativa, sia attraverso la creazione del Centro Educativo di Mirto (Partinico), fondato sui principi dell’educazione maieutica e nonviolenta, sia attraverso una capillare azione di formazione dei docenti della scuola pubblica sulla metodologia della MR.